Pare che la paura dell'influenza aviaria abbia definitivamente sostituita quella del terrorismo. Il tamiflu genera un flusso costante di denaro nelle casse della Roche, ma la Novartis è un po' depressa perché non ha nulla da offrire per quel mercato immensa della paura. Ora forse acquisterà una ditta vicina Siena che (forse) sforna un vaccino contro la 'influenza aviaria:
Poco fuori Siena, in un paesaggio bucolico, la cittadella della Chiron-Vaccines. Tutto ordinato, pulito. Sembra un campus universitario. Invece qui, - unico centro in Italia - si sviluppano e si producono i vaccini contro l'influenza.
Arriviamo poco prima della pausa pranzo. Molte persone sul piazzale antistante la mensa, tantissimi i giovani. Sono in buona parte ricercatori provenienti da tutto il mondo.
Una lunga storia di vaccini
La Chiron fu fondata, agli inizi del 1900, da Achille Sclavo, che qui diede vita all'Istituto sieroterapico e vaccinogeno toscano.
Nel 1955, fu lanciato il primo vaccino antinfluenzale. Nel 1963, proprio qui, fu sviluppato il vaccino anti-polio.
L'istituto, passato una decina di anni fa sotto il controllo dell'americana Chiron, sforna ora vaccini contro il morbillo, la rosolia, la pertosse e la meningite.
Qui il contadino interrompe l'articolo per sostenere la sua tesi chequesti qui hanno fatto un danno grosso a tutti bambini vaccinati con i lori prodotti. Le malattie d'infanzia sono erano un rimedio utilissimo, fortificavano tutto l'essere. Quando uno guarda intorno vede che le malattie si prendono in momenti ben precisi, ogniuno la sua. Confrontare l'organismo con un vaccino (che è sempre una malattia, anche se mutilata) in un momento qualsiasi è sbagliato secondo lui. Salutano le allergie e altre cose ancora, ma la prova diretta che derivano da queste campagne di vaccinazione è difficile da dare. E si va avanti:
"Il settore dei vaccini è in piena espansione. Dieci anni fa, fatturava 2 miliardi di dollari, oggi ne fattura 10 e continua a crescere" dice a swissinfo, il professore Rino Rappuoli, direttore di ricerca della Chiron.
Il contadino si ricorda della storia del Dr. Sabin, che mise il suo vaccino a disposizione senza brevettarlo, ma erano tempi diversi, e la gente aveva dei assurdi ideali strani altruistiche e se ne fregavano del mercato azionistico. Poi:
"Spendere qualche miliardo di euro per essere pronti in caso di pandemia" ci dice Rappuoli, è assolutamente ragionevole. Provi a pensare ai costi causati nel mondo dal morbo della mucca pazza. Spendendo qualche miliardo di dollari si poteva prevenire, evitando i danni economici che invece ci sono stati"
Se non governavano le mucche con carne sarebbe stata sì una prevenzione nel significato vero della parola. Il contadino ha poi la sensazione che spesso ci muoviamo troppo e sensa senso. Quando Lothar, la famosa tempesta che 5 anni fa annientava tra altro anche la foresta nera, in Svizzera si davano da fare molto, portarono via gli abeti per terra, fecero delle barre antierosione, misero trappole contro gli tarli e rimpiantaro alberini. Alla fine veniva fuori che dove non sono intervenuti fior di scienziati, biologici e politici (non potevano intervenire dappertutto, neanche i svizzeri) il bosco aveva ripreso meglio...
Poi la metcalfa, che infestava l'Italia un decennio fa. Creava seri problemi per qualche anno, ora non c'è quasi più, e non per merito di qualche scienziato e misure studiate. Per la lingua blu delle pecore il contadino è della stessa idea, e quanto ci costava la campagna di vaccinazione obbligatoria non si sa.
Ora il danno maggiore magari viene fatta per gli effetti collaterali degli antivirali e poi magari con vaccini poco testati per la furia che s'ha. Lasciateli fare, le epidemie, si regolano da sé. Niente paura.
PS: Si parla (male) di vaccinazione preventiva contro l'influenza anche qui...