L'italia è un fortissimo importatore di derrate alimentari cinesi.
Circa 200 mila tonnellate l’anno tra succhi di frutta, conserve di pomodoro, semilavorati di verdure, pesce, crostacei, etc., provenienti soltanto dallo Xinjiang nordorientale e dalla Mongolia interna.
Mancano solo le dati su quanto di questi semilavorati se ne vanno poi per le Americhe come prodotto italiano.
commenti (2)
Mi pare di ricordare che il 40% del grano della pasta Barilla è grano globalizzato cioè il più convenente grano che si trova nel mondo e forse anche non di ottima qualità e salubrità.
Comunque credo che diversa pasta Barilla vada poi a finire all'estero come "vera pasta italiana" insieme alla Voiello e altre creature italiane col marchio di prodotto italiano.
Per l'olio Dante credo sia al 100% o quasi prodotto globalizzato, infatti fa schifo. Forse il tenutario Contadino non lo ha mai assaggiato ma sappia che non c'è differenza con l'olio di semi.
Per le passate di pomodoro non so ma so che la globalizzazione ha colpito tutte le grandi marche che in questo modo hanno potuto tenere bassi i prezzi e elevare i guadagni.
Sandro kensan | 08.07.05 22:05
08.07.05 22:05
Sì, mi confermava un agricoltore della Maremma che la Barilla sta comprando sempre meno in Italia (e a prezzi sempre più risicati).
A parte questo, la cosa che mi fa più schifo è che c'è anche chi si vanta (l'italico vizio di voler sembrare furbi) di "fregare" gli stranieri, tra cui anche gli stessi cinesi. Mi ha detto un tizio di un consorzio (non scrivo il prodotto se no si capisce chi sono) che esporta i suoi prodotti in Cina: "Ah beh, mica ce l'abbiamo tutto il prodotto xyz che ci chiedono, l'allunghiamo un po', tanto loro ci vendono tante di quelle schifezze...". Bravi bravi bis! E poi si parla tanto di "qualità del made in Italy".. bah non sarà che gli italiani erano solo i cinesi degli anni 60-70?
Barbara m* | 09.07.05 08:30
09.07.05 08:30