Bisogna ammettere che abbiamo il lusso di vivere tempi straordinariamente interessanti. Muoioni papi, si liquefanni governi e sugli ulivi si trovono ancora olive rese dolce giusto per farsi uno spuntino mentre si pota. Purtroppo finiscono il metano e il petrolio, come si può leggere non solo nel resoconto dell’appuntamento tenutosi il 10 Aprile 2005 presso la Fortezza da Basso a Firenze, nell’ambito di Terra Futura:
...riportato nel dettaglio che le riserve mondiali di metano, ai consumi attuali, durerebbero 68 anni, mentre se tutti gli abitanti della terra consumassero quanto quelli italiani, il metano si esaurirebbe in 23 anni. Le riserve mondiali di petrolio, invece, ai consumi attuali, durerebbero 38 anni, mentre in base ai consumi italiani si esaurirebbero in 15 anni.
Un dato che al contadino interessa è quello del consumo energetico dell'agricoltura, e nel documento ne fanno un accenno al problema dell’agricoltura della quale falsamente si dice che incide per il 2-3% sui consumi energetici, quando in realtà incide per un 20-30%. Ciò vuol dire che a causa di quest’agricoltura fortemente energivora, in caso di carenza di petrolio e di metano si potrebbe arrivare ad un’enorme carestia planetaria.
Se sono veramente il 20%-30% lo è per via del concime chimico, che richiede enormi quantità d'energia, e pare che per rientrare un pochino nei parametri del protocollo di Kyoto pensano proprio a incrementare il biologico, che risparmia tonnellate di CO2. Ma prima si chiede che la nostra droga N°1 venga sovvenzionato ulteriormente (il gasolio agricolo già costa solo la metà):
Per ridurre il costo energetico la Cia chiede che ''all'agricoltura vada riconosciuto un contributo sotto forma di credito d'imposta, una sorta di 'bonus fiscale' come quello praticato per gli autotrasportatori, sulla base dei consumi di carburante''.
''Il quadro complessivo - afferma la Confederazione - per le aziende agricole che diventa ancora piu' preoccupante se si considera che gli agricoltori hanno registrato, in un anno, un calo dei prezzi nella quasi generalita' dei settori, con punte del 30% per i cereali, del 22% per i vini e del 10-15% per la frutta.
Ci vuole creatività, da ora in poi.
commenti (3)
Se posso aggiungere il commento, il problema petrolifero verrà fuori ben prima di quegli ipotetici 38 anni, a causa del fatto che l'offerta inizierà a decrescere per motivi strutturali entro pochi anni, a fronte di una domanda in continua crescita. Per ulteriori dettagli, ti consiglio il sito di ASPO-Italia (associazione per lo studio del picco del petrolio): http://www.aspoitalia.net
Le tue osservazioni sul rischio di un'enorme carestia planetaria sono giustissime, la maggior parte della gente non si rende conto che oggi, in pratica, mangiamo petrolio, cioè che l'apporto energetico all'agricoltura dovuto al petrolio è oggi, nell'agricoltura intensiva, molto più grande di quello della luce del sole.
Temo che entro una decina d'anni ci ritroveremo a vivere tempi non solo interessanti, ma anche spaventosi.
Cari saluti.
Emilio | 20.04.05 15:01
20.04.05 15:01
Dipende dal cambiamento di rotta che siamo in grado di fare verso catene alimentare corte e biologiche
(il testo corsivo è citato). Grande regolatore sarà il prezzo. I pomodori a Natale costeranno come un pieno di benzina e spariranno presto...
ste | 20.04.05 20:27
20.04.05 20:27
Assolutamente d'accordo. Dovremo tutti imparare a diventare più umili, a non ritenere che tutto ci sia dovuto (inclusi i pomodori a Natale e l'uso illimitato dell'automobile). E alla fine penso che potrremmo ritrovarci in un mondo migliore, se non sarà scoppiata una guerra nucleare per le risorse restanti. Magari prima o poi un cittadino come me potrebbe venire a prendere lezioni di agricoltra biologica da un grande esperto come te... :-)
Ti consiglio questo bel racconto su un possibile mondo prossimo venturo. Cari saluti.
Emilio | 22.04.05 09:42
22.04.05 09:42