Ne aveva scritta già l'ultima volta (8 mesi fa) sulla mina vagante costituito dalla cattiva abitudine umana di tenere miliardi di polli e maiali in qualcosa che assomiglia molto a campi di concentramento. Pare che in regolari intervalli ne escono nuovi modelli di virus come ora ora:
Il tragitto è un sentiero già battuto da tanti ceppi influenzali che nel corso degli anni sono arrivati dall'estremo oriente, da là dove ci sono più maiali, esseri umani e uccelli acquatici (soprattutto anatre) che vivono in stretto contatto tra loro; ma di nuovi se ne vanno tracciando; sempre grazie a quelle aberrazioni che sono gli allevamenti intensivi per i quali è passato il prione malefico, non ultimo in arrivo dall'Olanda l'allarme sul virus dell'influenza aviaria trovato nei polmoni del veterinario morto nel paese di tulipani, dei maiali (allevamenti con densità di 9000 animali/Kmq -il maiale è spesso ospite intermedio-) e dei polli. Di quante ricombinazioni genetiche può approffittare un qualsiasi virus per trovare la formula migliore di replicazione nell'organismo di un nuovo ospite? Gli allevamenti intensivi sono occasioni d'oro: tanto materiale, bassa resistenza immunitaria, tanti ospiti, tante possibilità. (da www.ecologiasociale.org)
Nel coronavirus della Sars sarebbero fusi elementi di virus di uccelli e mammiferi.YahooNews
Le prime a pagare le spese con la loro morte "pre-matura" sono naturalmente i polli e anatre (Death count: 2 500 000; ma non è ancora niente in confronto con le 18 milioni o quant'erano l'ultima volta ). Ma (forse) ci tocca anche a noi, prima o dopo.
Tutto torna all'origine.