Pianeta fritta
Quando la tecnica ci ha portato l'automobile dopo un po' tutti ci siamo messi subito a coprire il mondo di autostrade e parcheggi, senza pensare neanche per sogno a qualcosa come un cambiamento di clima gobale con la Groenlandia che si frantuma. Ora che possiamo girare dappertutto (ma pagando il petrolio tra poco a peso d'oro) il passo prossimo già avviato è riempire la terra di autostrade digitali, che almeno quelle non le vediamo, perché ci garbano in wireless, queste. Dalla rete domestica WLAN al telecomando per il cancello, dalla rete UMTS e GPRS a quella WIMAX che sta per arrivare. Per non dimenticare il cordless di cui a proposito il contadino ha raccomandato di buttarlo (e di convincere i vicini a fare altrettanto: Quanti campi diversi DECT a 24 ore avete nella camera da letto, da tutte le stazioni base del condominio?). Naturalmente vale anche per il microonde, questo consiglio, perché di solito si mangia pure, quello che ne esce.
Il WIMAX viene visto come soluzione per aree marginali, che possono partecipare anche loro al grande download. In pratica è un grande hot-spot con velocità teorica di 70Mb/s. Una stazione ogni 5-8 km, secondo il terreno. E si aggiunge un'altra fonte di elettrosmog a quelle che già abbiamo tirato su. Abbiamo appena dieci anni di esperienza con la rete per i telefonini, e solo due per l'UMTS. Paragonato all'introduzione dell'automobile siamo nell'era del cinquecento, e lo scioglimento dei ghiacciai non è tema di discussione.
Ma la questione principale non è se l'elettrosmog ci fa cancro al cervello o no (siamo così egocentrici sempre). No, la domanda da porsi sarebbe: Quale effetto fanno sulla natura, sul pianeta vivente, queste microonde?
Basta poca intuizione per una risposta esatta.